IL ROTARY TOLENTINO INCONTRA L’ARCHEOLOGA ANNA MARIA MORETTI SGUBINI

<<C’è ancora molto da scoprire sulla Comunità aristocratica picena a Pitino, come del resto in tutta Italia.>> Lo ha detto, nel corso dell’incontro organizzato dal Rotary Tolentino, l’altra sera al ristorante ‘’Due torri’’ di San Severino Marche, l’archeologa Anna Maria Moretti Sgubini. <<La ricerca – ha spiegato – va incoraggiata, sostenuta con dei progetti seri che non siano delle forme di ritorno personale di chi li fa, ma devono essere sviluppati per amor di conoscenza. Mio nonno e mio padre si sono tanto adoperati per il recupero della Comunità di Pitino che, tra l’altro, è partito proprio da loro. Il primo ha recuperato il corredo della tomba 1 e l’altro ha dato un impulso non solo alle ricerche archeologiche a San Severino Marche, ma anche ai restauri di monumenti e chiese. Ed io sono andata dietro a tale onda per cui ho operato alla campagna di scavi negli anni 1975 e 1976 nella necropoli picena di Pitino a San Severino Marche. Ed è stata una esperienza importantissima anche per le diversità che, aldilà dei punti di contatto culturale, la necropoli, lo scavo presentava rispetto al mondo etrusco da cui sono cresciuta.>> Di tale esperienza e dei ritrovamenti, l’archeologa ha parlato durante l’evento a cura del Rotary Tolentino, presieduto da Giorgio Zaganelli, al termine del quale ha anche lanciato un appello affinché venga completamente e definitivamente aperto al pubblico il Museo civico archeologico ‘’Giuseppe Moretti’’ di San Severino Marche. Tale museo ha un percorso espositivo che comprende una sezione preistorica, che raccoglie manufatti litici e fittili della collezione Pascucci, nonchè una dedicata alla comunità picena, dove sono esposte alcune tombe provenienti dalla necropoli di Pitino. <<Spero – ha detto Anna Maria Moretti Sgubini – che al più presto venga aperto tutto il museo perché effettivamente serve per far conoscere anche tale aspetto di San Severino Marche. Era stato chiuso perché dovevano fare dei nuovi allestimenti, poi c’è stato il sisma. Finiscano il riallestimento e riaprano il museo che racconta, attraverso un apparato didattico illustrativo mirato, ad un largo pubblico le ricchezze del territorio.>>